L’Associazione Padre Riccardo opera a Pintadas, un piccolo paese di 3.000 abitanti nella regione di Bahia, in Brasile. I due punti più estremi del paese distano circa 30 km; e l”estensione del territorio comunale è di 470 kmq, con una popolazione totale di 10.000 persone. Pintadas dista 200 km di strada statale da Salvador, più 48 km di strada completamente sterrata: questo rende molto difficili i collegamenti con i paesi vicini, non aiuta certo lo sviluppo economico del paese e crea grossi problemi anche a chi ha un bisogno urgente di cure mediche. C’è un piccolo ambulatorio di pronto soccorso con un medico e due infermiere, ma non è per niente attrezzato.
La maggior parte della popolazione è composta da donne e soprattutto (per circa il 60%) da bambini. Gli uomini sono quasi tutti emigrati per lavorare nelle grandi città e in molti casi si creano una nuova vita (anche affettiva), lasciando così le donne sole a crescere i figli. Le famiglie sono composte mediamente da 8–10 persone che vivono in case al massimo di 45 mq, spesso pericolanti o comunque in condizioni precarie. La maggior parte della popolazione lavora come contadino per grossi proprietari terrieri. Il nordest del Brasile è l”unica zona arida del Paese, quindi l”agricoltura è ostacolata dalla condizioni climatiche: spesso le piogge non arrivano per mesi, altre volte sono talmente violente da provocare allagamenti e seri danni alle coltivazioni e alle abitazioni.
L’Associazione mantiene rapporti con altre associazioni italiane e straniere che si occupano di adozione a distanza o che inviano fondi per progetti di solidarietà. L”associazione compra, prepara e distribuisce per ogni bambino adottato a distanza circa 30 Kg di alimenti solidi al mese e un litro di latte al giorno. Nell”anno 2001 sono stati distribuiti 29550 sacchi di farina, 23160 sacchi di fagioli, 21600 kg di zucchero, 9940 litri di olio, 87500 kg di mais e 97190 litri di latte. I bambini adottati a distanza (sono circa 350, in genere uno per famiglia in modo da poter aiutare più famiglie possibile – per ora sono circa i due terzi delle famiglie) ricevono assistenza scolastica, sanitaria e un”educazione sia civica che morale, partecipano ad attività sportive come la capoeira, musicali come l”aula di percussioni o di chitarra, flauto e tastiere; le ragazzine imparano a lavorare con l”uncinetto o a ricamare e costruiscono anche delle piccole bamboline con materiali di uso comune come le bottiglie di plastica. Tutti gli altri contributi vengono usati per edificare strutture che possano ospitare vari tipi di scuola o per il miglioramento delle lezioni stesse con materiali adeguati a seconda degli argomenti. Le attività a cui partecipano i bambini adottati a distanza sono aperte anche a tutti gli altri abitanti del paese a costi praticamente nulli.
L’Associazione gestisce inoltre una scuola agricola dove si alternano ogni 15 giorni 2 gruppi di 50 circa fra ragazzi e ragazze. Ci sono gli alloggi, sale ricreazione, cucina con sala mensa, le case per gli insegnanti, alcune stalle con gli animali, un laghetto e dei campi dove i ragazzi imparano lavorando direttamente. I costi sono praticamente nulli per le famiglie: la scuola si finanzia con la vendita dei prodotti del lavoro dei campi. Si effettua anche la raccolta del miele: lo scorso anno ne sono state raccolte circa 3 tonnellate.
Un’altra scuola è quella di falegnameria, frequentata da circa 15 ragazzi, che poi in seguito vengono in parte assunti nella falegnameria dell”Associazione o si spostano nelle grandi città, dove ricevono sicuramente un salario migliore di quello che potrebbero ricevere restando a Pintadas. I ragazzi occupati, oltre ad un buono stipendio, ricevono giornalmente due pasti che per molti di loro sono gli unici della giornata. La falegnameria produce mobili di buona manifattura con legnami di ottima qualità (che poi vengono venduti soprattutto nei paesi vicini), il tutto con metodi e macchinari per noi molto antiquati, anzi molte volte rudimentali.
L’Associzione si preoccupa anche di costruire con i suoi introiti o con donazioni dall’Europa case che poi vengono date alle famiglie più bisognose che pagano un affitto simbolico (quando è possibile) per una decina di anni, dopodiché riscattano la casa. Le stesse fonti di finanziamento verranno presto istituite delle borse di studio, perché anche a Pintadas ci sono le scuole dell”obbligo, ma poter continuare gli studi diventa proibitivo: un ragazzo si deve recare a studiare a Salvador e a causa della distanza non gli è possibile fare il pendolare e quindi si deve trovare una casa e pagarsi gli alimenti e tutte le spese che ne conseguono. Per questo, d”accordo con il comune, è stata aquistata una casa dove i ragazzi possono vivere e studiare.
L’Associazione, che ha un ufficio all”interno della parrocchia, ascolta i problemi di tutti quelli che cercano qualsiasi tipo di aiuto e nei limiti cerca di aiutare più persone possibili. Negli ultimi anni, grazie al lavoro del nuovo sindaco e dell”Associazione Padre Riccardo, Pintadas ha potuto crescere molto sia come strutture che umanamente. Restano ancora molti problemi, legati soprattutto al denutrimento e alla carenza di lavoro, ma la strada intrapresa è sicuramente la soluzione, anche se è ancora molto lunga da seguire.
http://www.crasteria.it/renascer/
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La maggior parte della popolazione è composta da donne e soprattutto (per circa il 60%) da bambini. Gli uomini sono quasi tutti emigrati per lavorare nelle grandi città e in molti casi si creano una nuova vita (anche affettiva), lasciando così le donne sole a crescere i figli. Le famiglie sono composte mediamente da 8–10 persone che vivono in case al massimo di 45 mq, spesso pericolanti o comunque in condizioni precarie. La maggior parte della popolazione lavora come contadino per grossi proprietari terrieri. Il nordest del Brasile è l”unica zona arida del Paese, quindi l”agricoltura è ostacolata dalla condizioni climatiche: spesso le piogge non arrivano per mesi, altre volte sono talmente violente da provocare allagamenti e seri danni alle coltivazioni e alle abitazioni.
L’Associazione mantiene rapporti con altre associazioni italiane e straniere che si occupano di adozione a distanza o che inviano fondi per progetti di solidarietà. L”associazione compra, prepara e distribuisce per ogni bambino adottato a distanza circa 30 Kg di alimenti solidi al mese e un litro di latte al giorno. Nell”anno 2001 sono stati distribuiti 29550 sacchi di farina, 23160 sacchi di fagioli, 21600 kg di zucchero, 9940 litri di olio, 87500 kg di mais e 97190 litri di latte. I bambini adottati a distanza (sono circa 350, in genere uno per famiglia in modo da poter aiutare più famiglie possibile – per ora sono circa i due terzi delle famiglie) ricevono assistenza scolastica, sanitaria e un”educazione sia civica che morale, partecipano ad attività sportive come la capoeira, musicali come l”aula di percussioni o di chitarra, flauto e tastiere; le ragazzine imparano a lavorare con l”uncinetto o a ricamare e costruiscono anche delle piccole bamboline con materiali di uso comune come le bottiglie di plastica. Tutti gli altri contributi vengono usati per edificare strutture che possano ospitare vari tipi di scuola o per il miglioramento delle lezioni stesse con materiali adeguati a seconda degli argomenti. Le attività a cui partecipano i bambini adottati a distanza sono aperte anche a tutti gli altri abitanti del paese a costi praticamente nulli.
L’Associazione gestisce inoltre una scuola agricola dove si alternano ogni 15 giorni 2 gruppi di 50 circa fra ragazzi e ragazze. Ci sono gli alloggi, sale ricreazione, cucina con sala mensa, le case per gli insegnanti, alcune stalle con gli animali, un laghetto e dei campi dove i ragazzi imparano lavorando direttamente. I costi sono praticamente nulli per le famiglie: la scuola si finanzia con la vendita dei prodotti del lavoro dei campi. Si effettua anche la raccolta del miele: lo scorso anno ne sono state raccolte circa 3 tonnellate.
Un’altra scuola è quella di falegnameria, frequentata da circa 15 ragazzi, che poi in seguito vengono in parte assunti nella falegnameria dell”Associazione o si spostano nelle grandi città, dove ricevono sicuramente un salario migliore di quello che potrebbero ricevere restando a Pintadas. I ragazzi occupati, oltre ad un buono stipendio, ricevono giornalmente due pasti che per molti di loro sono gli unici della giornata. La falegnameria produce mobili di buona manifattura con legnami di ottima qualità (che poi vengono venduti soprattutto nei paesi vicini), il tutto con metodi e macchinari per noi molto antiquati, anzi molte volte rudimentali.
L’Associzione si preoccupa anche di costruire con i suoi introiti o con donazioni dall’Europa case che poi vengono date alle famiglie più bisognose che pagano un affitto simbolico (quando è possibile) per una decina di anni, dopodiché riscattano la casa. Le stesse fonti di finanziamento verranno presto istituite delle borse di studio, perché anche a Pintadas ci sono le scuole dell”obbligo, ma poter continuare gli studi diventa proibitivo: un ragazzo si deve recare a studiare a Salvador e a causa della distanza non gli è possibile fare il pendolare e quindi si deve trovare una casa e pagarsi gli alimenti e tutte le spese che ne conseguono. Per questo, d”accordo con il comune, è stata aquistata una casa dove i ragazzi possono vivere e studiare.
L’Associazione, che ha un ufficio all”interno della parrocchia, ascolta i problemi di tutti quelli che cercano qualsiasi tipo di aiuto e nei limiti cerca di aiutare più persone possibili. Negli ultimi anni, grazie al lavoro del nuovo sindaco e dell”Associazione Padre Riccardo, Pintadas ha potuto crescere molto sia come strutture che umanamente. Restano ancora molti problemi, legati soprattutto al denutrimento e alla carenza di lavoro, ma la strada intrapresa è sicuramente la soluzione, anche se è ancora molto lunga da seguire.
http://www.crasteria.it/renascer/
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